Sono anni che penso di scrivere un articolo sulla fascia.
Un argomento che mi ha sempre affascinato durante i miei studi, che per quanto mi riguarda, è il passato, presente e futuro del trattamento manuale.
Tutte le volte che provavo a buttare giù qualche riga mi arrendevo, perché è un argomento molto ampio, troppo ampio per ridurlo ad un paio di pagine di articolo.
Cercherò dunque di essere breve ed esaustivo, perché il contesto che descriverò è fondamentale per l’osteopatia.
Del resto A.T Still, il fondatore dell’Osteopatia, descriveva così la fascia: “il depositario anatomico della regolazione della salute” e chi sono io per contraddirlo?
ANATOMIA
Negli ultimi 20 anni ci sono state molte ricerche riguardo l’anatomia, la funzione, l’istologia e la neurologia inerenti alla fascia. Una volta non era presa quasi in considerazione, quasi fosse soltanto qualcosa messo lì e che dovesse essere semplicemente eliminata per accedere ai muscoli e ai visceri.
Le definizioni per descriverla sono molte, la più utilizzata è quella del libro “Gray’s Anatomy”, che descrive la fascia
come tessuto connettivo intrecciato, che avvolge muscoli, vasi sanguigni, nervi e visceri.
Tuttavia la definizione che secondo me riassume meglio la vera essenza della fascia è quella di Findley e Schleip: “La fascia è la componente del tessuto molle del sistema connettivo che permea il corpo umano, formando una matrice tridimensionale continua del supporto strutturale. Interpenetra e circonda tutti gli organi, i muscoli, le ossa e i nervi, creando un ambiente unico per il funzionamento dei sistemi corporei. […]”
Questo tessuto connettivo a seconda della funzione può cambiare forma e consistenza.
Le funzioni della fascia sono molte:
- Trasmissione di forze funzionali
- Scorrimento tra gli strati fasciali
- Adattamento alla variazione di lunghezza del muscolo
- Neurotrasmissione
- Propriocezione
- Sistema immunitario
- Protezione
- Nutrimento
La fascia viene divisa in più strati:
- Fascia superficiale
- Fascia profonda
- Strati organi-specifici
LESIONE
Il tessuto connettivo è in salute fin tanto che le proprie cellule possono espletare le funzioni fisiologiche di rimodellamento. Questo può avvenire grazie al carico meccanico, che stimola le cellule a produrre nuove componenti.
In una società sempre più sedentaria, dove il movimento, lo sport e lo stile di vita vengono messi in secondo piano rispetto ad altri tipi di terapie, il nostro tessuto connettivo (fascia) è sempre più in difficoltà. A questo si aggiunge la conseguente immobilità post trauma/lesione, che comporta una capacità diminuita di gestione del carico quotidiano e perdita di mobilità.
Tuttavia durante la prima fase di guarigione, cioè la fase di infiammazione, avvengono dei processi per cui l’assenza di carico è fondamentale per non rischiare un nuovo danno. In questa fase l’immobilità è accettata.
Successivamente il carico potrà essere inserito gradualmente sia come intensità che come frequenza.
Da questa considerazione apprendiamo qualcosa di fondamentale: il nostro organismo ha bisogno di muoversi per stare meglio. Tuttavia se non ci affidiamo agli esperti potremmo anche peggiorare la situazione.
SISTEMA IMMUNITARIO
Una componente fondamentale della risposta immunitaria è il sistema linfatico. A differenza di altri sistemi circolatori, esso viene stimolato in maniera importante dal movimento, dalla respirazione, la peristalsi e altre dinamiche.
Quando un tessuto è infiammato può portare ad un aumento dello spessore della fascia, con conseguente diminuzione della mobilità e dello scorrimento, e come visto in precedenza, a sviluppare lesioni e dolore.
Dunque in questi casi diventa ancor più determinante l’intervento della terapia manuale e dell’esercizio fisico per aiutare il sistema immunitario.
OSTEOPATIA
Per il fondatore dell’osteopatia la fascia era talmente importante da presentarla come una rete avanzata di comunicazione, responsabile di salute e malattia, questo più di 100 anni fa.
Le ricerche in ambito anatomico, soprattutto degli ultimi anni, hanno dato ragione a questa visione.
La fascia è in continuità con tantissime strutture, esplica tantissime funzioni e potremmo quasi definirla come organo.
Per questo motivo per gli osteopati è così importante. La filosofia osteopatica mette la persona, l’organismo al centro della terapia, come fosse un’unica cosa. L’osteopata ricerca all’interno di esso tutto ciò che limita, blocca la normale capacità di adattamento.
La fascia diventa così la risposta a questa unione, ai diversi collegamenti clinici effettuati dall’osteopata e alla ricerca delle disfunzioni che possono incidere indirettamente sul sintomo del paziente.
TRATTAMENTO OSTEOPATICO
Negli anni si è sviluppato un concetto sul quale si può basare il trattamento fasciale: la tensegrità.
Essa è definita come integrità tensoriale o compressione fluttuante. In sostanza è un principio basato su un sistema di componenti isolati, ma in tensione continua all’interno di una rete. Queste strutture usano dunque trazione e compressione in modo combinato, al fine di fornire stabilità, resistenza, leggerezza, connessione e flessibilità.
Questo principio può essere riportato sull’organismo umano e viene chiamato bio-tensegrità. L’elemento comune a questo principio è proprio la fascia.
Probabilmente questo concetto spiega la capacità incredibile di adattamento del corpo umano.
TECNICHE OSTEOPATICHE
Il trattamento osteopatico cerca di potenziare e ristabilire questa capacità ed è per questo che le tecniche spesso sono mirate lontane dalla sede del sintomo e della lesione.
Se riprendiamo la descrizione anatomica si può supporre che ogni tipo di tecnica lavora sulla fascia. In effetti è così.
Tuttavia nel tempo sono state sviluppate delle tecniche più specifiche, che possiamo definire “tecniche fasciali”.
Quest’ultime hanno diversi nomi e diversi target, ecco qualche esempio:
- TEM tecniche ad energia muscolare
- Strain-counter strain
- Rilascio fasciale
- LBT
Alcune di esse prevedono l’utilizzo della forza del paziente, altre particolari posizioni mantenute e alcune un tocco molto delicato, quasi non percepito dal paziente.
CONCLUSIONI
Vorrei continuare a parlarvi della fascia per ore, ma spero di aver inquadrato bene i punti chiave di questo argomento così affascinante.
Cosa ci portiamo a casa da tutto questo discorsone?
Il nostro organismo non funziona a compartimenti stagni, ma come un meccanismo unico.
La fascia sembra essere la struttura che collega tutti i tasselli del nostro corpo e ha delle funzioni importanti per mantenere intatta la capacità di adattamento. Se questo tessuto va incontro a restrizioni, traumi o infiammazioni potremmo perdere questa capacità.
La terapia osteopatica gioca un ruolo molto importante nel ristabilire l’integrità, la mobilità e la salute della fascia, agendo così sull’intero organismo.
Ancora una volta “il movimento è vita” (A.T Still, fondatore dell’osteopatia). Se non sottoponiamo il nostro corpo al movimento e quindi al carico meccanico, rischiamo di ridurre la funzionalità della fascia e del nostro organismo.
Abbiamo approfondito dunque la filosofia osteopatica e il perché il nostro trattamento a volte è così indiretto e globale.
Ora sappiamo perché a volte le tecniche osteopatiche sono brusche e veloci, come i thrust articolari, e a volte sono delicate quasi impercettibili!
Riccardo Bagagli
Osteopata, Chinesiologo, Massaggiatore sportivo, Preparatore atletico